Il counsellor/coach, sino a qualche tempo fa, era una qualifica che poteva essere conseguita anche da una persona non laureata, che frequentava un corso non normato nella tempisitica, nè nelle competenze trasmesse, nè nelle modalità di conseguimento del titolo. Dal 2015, a seguito di un ricorso del Consiglio Nazionale degli Psicologi, il TAR del Lazio ha riconosciuto l’unicità della professione di psicologo. Ha, quindi, disposto quindi la cancellazione dell’Assocounseling dall’elenco delle attività non regolamentate ed è stato ribadito che il disagio psichico, di qualsiasi entità, deve essere trattato unicamente dallo psicologo, il quale possiede un’adeguata preparazione professionale.
Per diventare psicologo, infatti, è necessario conseguire una laurea specialistica in psicologia (3+2 anni), frequentare un tirocinio post-lauream di un anno e superare l'esame di abilitazione con conseguente iscrizione all'abo degli psicologi, condizione necessaria per poter lavorare ed esercitare l'attività. L'art. 1 della Legge 56/89 definisce:
"La professione di psicologo comprende l'uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito."
Lo psicoterapeuta è un professionista che, dopo l’abilitazione alla professione di psicologo, si specializza in psicoterapia attraverso una formazione post-universitaria di almeno 4 anni. L’iscrizione all’elenco degli psicoterapeuti del proprio ordine regionale ne autorizza l’esercizio alla professione. La Legge 56/89 regola l’esercizio dell’attività psicoterapeutica, con l’art. 3: “L’esercizio dell’attività psicoterapeutica è subordinato ad una specifica formazione professionale, da acquisirsi, dopo il conseguimento della laurea in psicologia o in medicina e chirurgia, mediante corsi di specializzazione almeno quadriennali che prevedano adeguata formazione e addestramento in psicoterapia, attivati ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1982, n. 162, presso scuole di specializzazione universitaria o presso istituti a tal fine riconosciuti con le procedure di cui all’articolo 3 del citato decreto del Presidente della Repubblica. Agli psicoterapeuti non medici è vietato ogni intervento di competenza esclusiva della professione medica.”
Lo psichiatra è un professionista laureato in Medicina
Lo psichiatra è un medico, e perciò laureato in medicina e chirurgia, che ha poi conseguito la specializzazione in psichiatria. Ha una preparazione più specifica sugli aspetti biologici delle patologie psichiche e, in quanto laureato in medicina, ha facoltà di prescrivere farmaci, a differenza dello psicologo/psicoterapeuta. In determinate situazioni, psicoterapeuta e psichiatra lavorano in sinergia per risolvere alcune situazioni specifiche.
La psicoterapia è un percorso di conoscenza e comprensione di sè e delle proprie dinamiche intrapsichiche e di quelle del mondo che ci circonda, attraverso il quale potere favorire un cambiamento. Essa aiuta a comprendere e gestire le proprie difficoltà e i nodi nei quali si resta imbrigliati. Durante le sedute di terapia, il paziente ha l'opportunità di parlare delle proprie difficoltà e di esplorare le proprie emozioni in un ambiente sicuro e non giudicante. Il terapeuta fornisce supporto emotivo e guida il paziente attraverso un processo di comprensione e di ri-narrazione delle esperienze vissute e delle modalità inconsce prevalenti, che lo può condurre ad una maggiore consapevolezza di sè e del mondo.
La psicoterapia può essere utile in una vasta gamma di situazioni, come depressione, ansia, disturbi alimentari, problemi di dipendenza e problemi di relazione. Può anche essere utilizzata per aiutare i pazienti a gestire il dolore cronico o altre malattie fisiche che possono avere un impatto sulla loro salute mentale. La psicoterapia richiede un impegno a lungo termine per ottenere risultati duraturi in un processo di lavoro, in cui il soggetto deve essere parte attiva di questo cambiamento.
La psicoterapia è un processo complesso che coinvolge una serie di passaggi e tecniche mirate a supportare il paziente nel comprendere, affrontare e superare le difficoltà emotive, mentali o comportamentali. Sebbene i dettagli esatti possano variare in base all'approccio terapeutico adottato, ci sono alcune fasi comuni che spesso caratterizzano il funzionamento della psicoterapia:
La psicoterapia è, dunque, un processo collaborativo che richiede impegno e lavoro sia da parte del terapeuta che del paziente. La durata e la frequenza delle sessioni terapeutiche possono variare in base alle necessità individuali e al tipo di terapia utilizzata.
Ci sono molte forme di psicoterapia, tra cui la terapia cognitivo-comportamentale, la terapia psicodinamica e la terapia familiare. Ciascuna di queste forme di terapia ha un approccio unico alla risoluzione dei problemi dei pazienti, seppure ci sono molti punti di contatto e sovrapposizione. Nello specifico, ad esempio, la terapia cognitivo-comportamentale si concentra sul cambiamento dei pensieri e dei modelli comportamenti negativi, la terapia psicodinamica si concentra sull'esplorazione dell'inconscio del paziente e delle relazioni interpersonali passate, mentre la terapia sistemico-familiare si concentra maggiormente sulle relazioni all'interno di un sistema familiare inteso come un sistema complesso in cui ogni membro influenza e viene influenzato dagli altri.
Io sono un gruppoanalista ad indirizzo socio-costruttivista.
Tra le molte modalità terapeutiche di gruppo, la terapia socio-costruttivista si distingue per il suo approccio centrato sull'interazione sociale e sulla costruzione condivisa dei significati. La terapia socio-costruttivista si basa sull'idea che le persone costruiscano attivamente la loro realtà sociale e individuale attraverso l'interazione con gli altri e con il mondo che le circonda. Questo approccio si distingue per la sua enfasi sul contesto sociale e culturale nel determinare il pensiero, il comportamento e le esperienze personali. La terapia gruppoanalista socio-costruttivista offre un potente mezzo per esplorare e affrontare le sfide personali attraverso l'interazione sociale e la costruzione condivisa del significato. Attraverso un processo di dialogo aperto e riflessione critica, i partecipanti possono sviluppare una comprensione più profonda di sé stessi e degli altri, promuovendo il benessere emotivo e il cambiamento positivo.
Io non effettuo soltanto terapie di gruppo, ma anche terapie individuali, nelle quali il vertice rimane il medesimo, cioè come i vari gruppi "interni" ed "esterni" influenzano la mia visione del mondo e come e se sia possibile cogliere gli elementi disfunzionali celati in essi, al fine di immaginare un cambiamento in se stessi e nella narrazione della propria storia.
L'analisi di gruppo è una metodologia utilizzata nella psicologia e nella psicoterapia che si concentra sull'interazione tra le persone in un gruppo. In questa pratica, un terapeuta lavora con un gruppo di individui allo stesso tempo, cercando di individuare i modelli di comportamento e le dinamiche relazionali all'interno del gruppo.
L'analisi di gruppo si basa sulla premessa che i problemi personali di un individuo non sono mai completamente isolati dal contesto sociale in cui si trovano. In altre parole, i comportamenti e le emozioni di una persona sono influenzati dalle relazioni che essa ha con gli altri.
Ciò che rende l'analisi di gruppo un metodo efficace è la sua capacità di rivelare queste relazioni e di aiutare i membri del gruppo a comprendere come queste relazioni influenzino il loro comportamento e le loro emozioni. In tale contesto l'attenzione si concentra sull'esplorazione delle dinamiche di un gruppo, nelle quali i racconti portati da ogni individuo assumono diversi livelli di interpretazione. Uno di questi è legato al significato specifico per la persona che porta quel contenuto, ma un altro è quello legato ad un "discorso di gruppo", nel quale il racconto del singolo si intreccia, si arricchisce e si riflette su quello dell'intero gruppo.
L'approccio clinico gruppale può essere utilizzato in molti contesti diversi, tra cui gli ambiti organizzativi, la formazione, la scuola, oltre, naturalmente, nei gruppi terapeutici. Il processo prevede l'utilizzo di tecniche finalizzate all'esplorazione delle dinamiche di un gruppo, tra cui la comunicazione, i rapporti di potere, la coesione i fenomeni particolari.
L'analisi di gruppo è utile per la comprensione se stessi, perchè è proprio partecipando alla interazione con l'altro che è possibile esplorare i propri pensieri e sentimenti e ricevere il supporto e i rimandi da parte degli altri membri del gruppo. Questo può aiutare a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e ad affrontare le sfide personali.
Dal lunedi al venerdi dalle 9 alle 20, soltanto su appuntamento . Qualora ci fossero esigenze specifiche di orario si proverà a valutare insieme spazi alternativi.
Le sedute hanno una durata di 50 minuti, comprensive dell'espletamento del pagamento e della programmazione dell'appuntamento successivo. Fanno eccezione le prime sedute di raccolta anamnestica e quelle nelle quali verranno somministrati eventuali test, che potranno avere una durata più lunga, concordata preventivamente con il cliente, e che, comunque, non subiranno una variazione di prezzo.
Il costo delle sedute è un fattore importante nella relazione terapeutica, poichè, insieme ad altri, costituisce il setting, la cornice, all'interno della quale professionista e cliente si muovono.
Com'è noto il cosiddetto decreto Bersani prima, e l'art. 9 del D.L. n. 1/2012 dopo, hanno abrogato le disposizioni che regolamentavano le tariffe professionali (l'ultimo tariffario degli psicologi, riferito al 2006, è consultabile qui).
Le tariffe che adotto sono le seguenti:
- Terapia individuale: € 80
- Terapia di coppia: € 100
- Terapia di gruppo: € 60
In casi particolari, tali tariffe potrebbero essere ri-negoziate insieme.
Purtroppo in Italia la psicoterapia non è una prestazione che ancora è convenzionata con il SSN. Gli unici spazi pubblici accessibili tramite il pagamento di un ticket sono i servizi territoriali (CSM, Consultori, ecc), che, purtroppo, ormai da anni sono fortemente sotto organico, quindi fanno molta fatica ad assorbire la richiesta di un'utenza sempre più numerosa.
Da alcuni anni sono stati stanziati dei fondi per la terapia attraverso lo strumento del "bonus psicologico", al quale io aderisco.
Le spese sostenute per le prestazioni rese da psicologi e da psicoterapeuti sono detraibili. Tali prestazioni professionali sono, infatti, sanitarie e come tali detraibili come tutte le altre.
Proprio per questo, ai sensi del D.L. 175/2014, sono tenuto a trasmettere al “Sistema Tessera Sanitaria” (STS) i dati delle spese sostenute dai pazienti, a fini di predisposizione automatica della documentazione fiscale. Il cliente può esercitare l’opposizione all’invio di tali dati, prima dell’emissione della fattura che verrà annotata per iscritto in fattura, tramite richiesta scritta che, su richiesta, le sarà consegnata.
Il pagamento può avvenire per singola seduta o con cadenza mensile, secondo la preferenza del cliente. Tali pagamenti possono avvenire in contanti, con bancomat o carta di credito o tramite altri metodi quali bonifico, assegno, Paypal, TransferWise, ApplePay, GooglePay, ecc.
La legge 124/2019 ha, però, introdotto nuove regole per la detrazione delle spese mediche con decorrenza 01.01.2020. In particolare, la detrazione fiscale è riconosciuta solo se la spesa è sostenuta con mezzi di pagamento tracciabili (bonifico, carte di credito, bancomat, assegni, altri sistemi di pagamento tracciabili). Ai fini della detrazione ogni pagamento dovrà essere associato ad una specifica parcella. Sarà cura del cliente conservare le ricevute dei pagamenti effettuati, che dovranno essere associati ad ogni singola fattura. Naturalmente il pagamento in contanti rimane ancora possibile, ma in tal caso le spese non saranno fiscalmente detraibili per il contribuente.
La terapia prevede dei rituali che hanno a che fare col tempo e con lo spazio. Nella prospettiva temporale è prevista una ciclicità negli incontri che prevede che la frequenza degli incontri sia almeno settimanale. Questo intervallo permette di avere il tempo di riflettere su quanto accaduto nella seduta precedente e fra una settimana e l'altra e nello stesso tempo favorisce una continuità nel lavoro che difficilmente si avrebbe con altre soluzioni. Frequenze inferiori, infatti, potrebbero rappresentare un modo per perdere tempo e denaro, oltre a confermare che non c'è nulla da fare e la terapia non funziona.
Quando, invece, si è verso la fine del percorso è possibile diradare gli incontri, valutando insieme la cadenza più congrua prima della separazione.
In alcune occasioni potrebbe essere utile effettuare più sedute alla settimana. Tale scelta potrà essere valutata insieme al paziente e non è strettamemente legata alla "gravità" del quadro sintomatologico.
Nel rituale della terapia, in Italia, è previsto che ci sia dia del "lei", poichè tale distanza lessicale serve a sottolinerare ad entrambi ed in ogni momento che la relazione terapeutica, seppure molto intima, rimane sempre profondamente professionale. Contribuisce a creare quella distanza che favorisce la visione delle dinamiche relazionali ed intrapsichiche, senza mai cadere nel rapporto amicale. Il terapeuta, seppure emotivamente presente e vicino, deve restare uno schermo bianco sul quale il cliente può proiettare i propri contenuti intrapsichici. Proprio per questo il terapeuta, di solito, non condivide con il cliente altri spazi "sociali" pre-organizzati.
Psicoterapeuta e paziente sono tenuti alla scrupolosa osservanza delle date e degli orari degli appuntamenti che vengono concordati di volta in volta oppure all’inizio di ogni programma di terapia. Proprio per questo si preferisce identificare un giorno ed un orario fisso settimanale, così da preservarlo. In caso di sopravvenuta impossibilità di rispettare l’appuntamento fissato, le parti sono tenute a darne notizia il più presto possibile.
In caso di impossibilità del paziente di essere presente all'appuntamento concordato, sarà possibile ricalendarizzarlo sino al giorno prima. In caso di mancata comunicazione o completa dimenticanza dell’appuntamento da parte del cliente, lo stesso pagherà per intero il costo della seduta prenotata. In caso di disdetta dell’appuntamento da parte mia, la seduta sarà rinviata e si proverà a concordare con il cliente una data alternativa. Qualora non si riuscisse a trovare una spazio aletrnativo nella settimana, si rimanderà l'incontro alla prossima settimana ed il cliente non sosterrà il relativo costo. Il tutto salvo, per entrambe le parti, di casi di forza maggiore, nel qual caso saranno accolte anche disdette con breve preavviso.
La terapia può, ovviamente, essere interrotta in qualunque momento. È però sempre utile, dopo avere comunicato la volontà di interrompere, rendersi eventualmente disponibili ad effettuare un ultimo incontro per capire meglio i motivi dell'interruzione e fare una sintesi del lavoro svolto. Il cliente sarà tenuto a corrispondere al terapeuta esclusivamente gli onorari per le prestazioni ricevute e le spese sostenute.
Seppure succeda molto raramente, anche il professionista può recedere dal contratto per giusta causa. In tal caso è tenuto a preavvertire verbalmente il cliente, di norma con almeno due settimane di anticipo dallo scioglimento del rapporto. Il professionista può anche valutare ed eventualmente proporre l’interruzione del rapporto clinico quando constata che il cliente non trae alcun beneficio dalla cura, e non è ragionevolmente prevedibile che ne trarrà giovamento dal proseguimento della stessa. Se richiesto, fornisce al cliente le informazioni necessarie a ricercare altri e più adatti interventi.
Il cliente acquista uno spazio ed un tempo del professionista, che non potrà essere occupato da nessuno e non potrà essere "recuperato". Se l’appuntamento è previsto ad un orario, da quel momento e per i 50 minuti seguenti il terapeuta aspetterà in studio. Anche il ritardo fa parte di quella cornice che permette di vedere ciò che sta avvenendo nel rapporto terapeutico ed è spesso un messaggio che ha bisogno di essere decifrato; proprio per questo parlarne in terapia è fondamentale.
Rispetto all'anticipo, vale quanto già detto per il ritardo, rispetto al suo spazio ed al suo tempo. In questo caso aspetterà sino all'orario previsto per la sua seduta. In generale è preferibile non arrivare con molto anticipo, per non interrompere la terapia della persona che ci precede e per limitare l'incontro tra pazienti, per una questione di privacy.
In generale è sempre preferibile che il percorso sia effettuato in presenza, perchè in tale modalità è più semplice vivere intensamente le emozioni della seduta, poichè lo schermo pone, comunque, una "distanza" da colmare. Data questa premessa, in casi particolari, può essere valutata insieme la possibilità di intraprendere un percorso interamente online.
Discorso diverso se occasionalmente, per eventuali impedimenti o trasferimenti, un percorso iniziato in presenza volga nella modalità da remoto. In questo caso, viste le premesse, non esistono particolari impedimenti, anche se ogni cambiamento in terapia, deve essere valutato caso per caso.